Alcuni dei tuoi comportamenti possono avere a monte una ferita emotiva: come capirlo, e soprattutto come uscirne
Ti sei mai chiesto se molti dei comportamenti che metti in atto ogni giorno siano interamente “farina del tuo sacco”, oppure la semplice risultante di ferite o di traumi che derivino dal tuo passato?
Bada bene a intendere il significato delle mie parole. Non parlo di traumi quale potrebbe essere un tradimento in ambito amoroso; un avvenimento indubbiamente sconvolgente, che potrebbe innescare in te un atteggiamento di diffidenza nei confronti del prossimo.
I traumi a cui sto facendo riferimento sono vere e proprie ferite emotive. Situazioni, cioè, che risalgono ai nostri primi anni di vita: il periodo in cui, più di qualsiasi altro, siamo fragili e indifesi. Proprio questo tipo di ferite, al netto della nostra inconsapevolezza, continua ad agire nella nostra vita adulta. Per scoprire se anche tu hai una ferita emotiva non ancora superata, non ti resta che proseguire con la lettura dell’articolo.
Di ferite emotive, come spiega la psicologia, ne esistono di svariati tipi. Vi sono quelle da manipolazione, in cui, a influenzare il comportamento dell’individuo, è un’infanzia caratterizzata dal controllo eccessivo da parte delle figure genitoriali. E dalla ricerca, nella vita adulta, di conferme e di approvazione da parte del prossimo.
Vi sono poi ferite da violenza, sia fisica che verbale. Laddove essa si sia manifestata, la legge che il bambino, inconsapevolmente, apprende, è che “vince sempre il più forte”. Da adulto, quel bambino potrebbe tramutarsi in una persona incapace di empatia nei confronti del prossimo, nonché in atteggiamenti aggressivi e di scarso autocontrollo.
Esercitano il loro influsso anche ferite da rifiuto o da abbandono. Sentirsi rifiutati da parte di un genitore scatena, nel bambino, il timore di non essere mai abbastanza. E anche la paura, conseguente, di perdere le persone che gli stanno attorno. Tutto questo, per l’adulto, significa trasferire nelle relazioni il proprio pacchetto di ansie e insicurezze.
Infine, esistono anche ferite emotive date da carenza affettiva, e dunque da cure inadeguate ricevute durante il periodo dell’infanzia. Questo tipo di ferite, in genere, scatena in noi la sensazione di essere sempre vuoti e insoddisfatti, portandoci alla ricerca di qualcuno che sia in grado di colmare quel vuoto.
Ne subiamo gli effetti ogni giorno. Ogni volta in cui temiamo di legarci all’altro, oppure adottiamo nei suoi confronti un atteggiamento insicuro, ansioso, o peggio ancora aggressivo, stiamo permettendo alla ferita emotiva presente in noi di agire.
Il primo passo per superare uno scoglio di questo genere, innanzitutto, è quello di riconoscere di star portando dentro una ferita emotiva. Un passo che, in realtà, può richiedere tanti anni, se non decenni, di lavoro e di scavo in noi stessi.
Solo nel momento in cui riconosciamo di agire sotto l’influsso di una ferita emotiva, ciò nonostante, cogliamo anche l’opportunità di liberarcene. Andare alla radice del dolore è proprio l’atteggiamento che ci consente di estirparlo lì dove si è radicato, una volta per tutte.
Nella stragrande maggioranza dei casi è impossibile portare avanti un percorso di tal tipo da soli. I più, infatti, hanno bisogno del supporto di un percorso psicoterapeutico per confrontarsi con le loro ferite emotive, così da sradicarle definitivamente.
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