San Paolo è forse il santo popolare del Salento: la sua figura lega il sacro col profano, il Cristianesimo con tradizioni e culture antecedenti.
La figura di San Paolo nel Salento è legata a un immaginario che mescola il sacro e il profano, il leggendario e il reale, fondendosi con antiche tradizioni popolari che risalgono a tempi pre-cristiani. Ancora oggi, la tradizione popolare è intrisa del culto di San Paolo: a Galatina, la festa dei Santi Pietro e Paolo, a fine giugno, è uno dei riti religiosi più sentiti.
Proprio durante questa festa, venivano “curati” con la musica fenomeni di tarantismo, una sindrome culturale diffusa nel Sud Italia, legata alla credenza che il morso di un ragno causasse gravi sintomi fisici e psichici, come depressione, deliri e affaticamento, soprattutto tra le donne. Oggi si ritiene giustamente che il fenomeno avesse radici psicologiche e culturali, legato al disagio sociale e psicologico.
L’episodio di San Paolo morso dal serpente
Non solo il culto di San Paolo è rimasto molto forte in territorio salentino, tanto che il brano di pizzica più popolare è dedicato proprio al santo e all’esorcismo musicale, con danze frenetiche accompagnate da tamburelli e altri strumenti, che avveniva a Galatina. La riscoperta della pizzica salentina negli ultimi 25 anni ha anche contribuito a rivalutare la musica e la danza legate in passato al tarantismo.
Inoltre, San Paolo è al centro di altre vicende che ne hanno caratterizzato la vita, come il naufragio del santo a Malta, dove venne morso da una vipera ma rimase illeso. Proprio questo episodio ha fatto nascere una sorta di protezione “magica” attorno alla sua figura. Il santo, insomma, avrebbe avuto poteri taumaturgici legati alla lotta contro il veleno, simbolicamente rappresentato dal serpente.
Il proverbio che cita San Paolo e il serpente: ma cosa significa?
Intorno a questa vicenda, si è sviluppato un detto popolare che recita: “Ncora hai bidire lu serpe e chiami Santu Paulu” ovvero “Ancora non vedi la serpe e già invochi San Paolo”. Questo invito a non cercare l’aiuto divino prima che il pericolo si manifesti riecheggia nella saggezza che caratterizza molte tradizioni salentine, ma ha avuto sviluppi anche in altre parti d’Italia, con proverbi simili.
Si tratta di un monito a non anticipare le soluzioni o le invocazioni prima che il problema si presenti effettivamente. La connessione con il serpente non è casuale: il culto di San Paolo si sovrappone a quello di Ercole, che nel mito greco è noto per aver ucciso due serpenti mentre era ancora un bambino nella culla. Il sacro dunque si mescola con tradizioni arcaiche e legate al mito greco.
San Paolo è divenuto così un simbolo di difesa contro ogni pericolo nascosto, proprio come nel racconto biblico, inoltre la cultura popolare ha preso questo legame e lo ha radicato nei riti e nelle pratiche quotidiane, creando una fusione affascinante tra il cristianesimo e appunto tradizioni che di cristiano non hanno nulla e le cui radici affondano in culture antecedenti. Si tratta di un incrocio di fede, magia e tradizione che resiste e si trasmette di generazione in generazione.