La saggezza popolare leccese è legata anche a degli ambienti che non potevano mancare nelle case dei contadini: quello che leggerai ti farà sorridere.
I salentini e la saggezza popolare e contadina, un binomio davvero indissolubile ancora oggi: non c’è infatti abitante di Lecce e provincia che nella vita di tutti i giorni non citi uno dei tanti proverbi o una di quelle storielle che da queste parti si chiamano “culacchi”. Ne abbiamo davvero per tutti i gusti e in questo periodo dell’anno quelli più usati e abusati sono i proverbi sul tempo.
Gli animali, così come i beni di prima necessità, sono quasi sempre presenti in questi modi di dire: non c’è da meravigliarsi dunque che venga usato l’asino come metro di paragone per parlare di alcune persone, così come la farina per un proverbio che parla di risparmio. Infine, non mancano gli ambienti, sempre presenti nelle case dei contadini, come i pollai.
La saggezza popolare legata al pollaio: i tanti proverbi sulle galline
Il pollaio, sempre animato dalla presenza costante delle galline e di qualche gallo, rappresentava un angolo fondamentale per la vita di campagna. Questi pennuti, razzolando e scalisciando nel terreno, si nutrivano di tutto ciò che la natura offriva. In compenso, offrivano uova fresche tutte le mattine e quando ormai non erano più in grado di farlo, venivano uccise e mangiate.
Sappiamo del resto che “gallina vecchia fa buon brodo”, ma questo proverbio è nulla rispetto al corollario di modi di dire legati a pollai e galline che vengono usati nel Salento. Nel dialetto leccese, c’è un verbo che appare quasi intraducibile, ma se ci viene detto di aver visto qualcuno “mmasunare”, dobbiamo essere in grado di capire che si è addormentato nella tipica posizione dei pennuti da pollaio.
A tal proposito, c’è un brano molto popolare della tradizione salentina che parla di una gallina che si è “mmasunata” sotto al letto di una donna e per questo viene cercata da un vicino di casa. In alcune versioni del brano, viene proposta l’espressione “na, na, pi-pì, na, na”, utilizzata per attirare il pennuto, in contrapposizione al termine “sciò” con cui le galline venivano allontanate.
Andare a dormire presto, ovvero all’ora delle galline
Tra tutti questi modi di dire che forse i più giovani non conoscono – perché anche il dialetto salentino come molti altri dialetti del nostro Stivale tende sempre di più a “italianizzarsi” – ce ne sono un paio che riguardano alcuni comportamenti umani, che tendono a diventare come quelli degli abitanti, o meglio delle abitanti, dei pollai delle case contadini.
Il meno noto è una domanda che viene posta a chi mentre sta conversando con voi, improvvisamente vi lascia lì perché dice di essere stanco. “Sta te ‘mmasuni?”, è la domanda, che vuol dire appunto “Stai andando a dormire presto?” oppure “Ma già stai rincasando?”. A chi invece ha l’abitudine di andare a dormire presto, gli si dice che “va su curca all’ura delle caddhine”, ovvero “va a dormire all’ora delle galline”.