Dopo che Chevanton ha smesso di giocare, la depressione ha fatto capolino nella sua vita: l’ex campione ha perfino pensato di farla finita. Scopriamo il motivo e quali sono le sue condizioni ad oggi.
Stella indiscussa del calcio, Ernesto Javier Chevanton Espinosa si è distinto sui campi con il suo talento per il pallone nel dna. L’ex attaccante uruguaiano è stato anche allenatore e assistente tecnico della Nazionale di Malta.
Legato al Lecce, annoverandosi tra i calciatori più indimenticabili della squadra, dove ha giocato in diverse stagioni – dal 2001 al 2004, dal 2010 al 2011 e dal 2012 al 2013 – l’asso del calcio ha segnato 50 goal con indosso la maglia salentina. Malgrado la vita costellata di successi, Chevanton ha affrontato difficoltà esistenziali enormi, in particolare finendo nel vortice della depressione.
Da giovanissimo approdato nel Salento, le doti di Chevanton sono state impareggiabili, tanto che è sempre stato un calciatore fuori dal comune. Il classe 1980 ha dedicato praticamente tutta la sua vita al pallone: di recente, si è aperto in merito a una forte difficoltà affrontata in seguito alla fine del suo percorso da attaccante.
Pur essendo rimasto in campo nelle vesti di allenatore, smettere di giocare è stato un colpo devastante per l’animo di Chevanton, che ha da sempre nutrito una vera e propria vocazione per il pallone. In seguito alla fine della sua carriera da calciatore, la depressione ha bussato alla sua porta, trascinandolo in un vortice oscuro.
Dopo aver smesso di giocare, il campione ha vissuto un periodo nero, ritrovandosi a piangere, ad avere attacchi d’ansia e a non trovare la forza di alzarsi dal letto. Uscire era diventato un peso fortissimo per lui: come metteva piede fuori casa sentiva una dolorosa fitta al petto. L’unica cosa che gli dava sollievo erano gli antidepressivi, che dall’altro lato, però, lo facevano sentito stordito. L’ex calciatore stesso ha raccontato il periodo durissimo attraversato, sottolineando come solo chi vive la depressione possa capire cosa significhi davvero. Chevanton è arrivato perfino a pensare al suicidio, ma per fortuna non ha mai messo in atto questo intento.
Il classe 1980 ha potuto contare durante la depressione sull’appoggio della sua famiglia, risorsa che lo ha aiutato molto. Lentamente ha ritrovato la stabilità emotiva: la terapia più grande per lui è stata quella di trasferirsi in campagna, dove oggi si dedica a coltivare la terra e prendersi cura degli animali, hobby che lo ha aiutato molto a spazzare via la depressione.
La campagna è stata per lui un’insegnante di vita, facendogli capire come stare nel qui e ora, godendo di quello che si ha. Questo approccio per lui è totalmente opposto a quello messo in atto in buona parte della sua esistenza: sul campo si viene sempre spinti a fare di più, a correre continuamente verso nuove mete. Tuttavia, questa corsa senza fine è stata in realtà estenuante per l’ex calciatore, che solo ora si sente pienamente felice e sereno, avendo scoperto il piacere di assaporare le piccole cose del quotidiano, come piantare una pianta oppure pescare.
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