Lecce definita la “Firenze del Sud”: da dove nasce questo appellativo e perché. Un metro di paragone che divide: un approfondimento
Tra i luoghi iconici del Salento, zona ormai rinomatissima della Puglia e di tutta l’Italia, spicca sicuramente Lecce, città che parla tanto di passato ma anche di presente e che grazie al suo patrimonio artistico, storico ed architettonico, è una delle città più apprezzate del Sud e dell’Intero Stivale (scopri qui un luogo unico).
Su Lecce ci sono ancora oggi diversi appellativi. Viene definita, infatti, la “Atene delle Puglie” e più frequentemente la “Firenze del Sud”. Ma perché questi soprannomi che portano avanti un metro di paragone? Vediamo da dove nascono e perché.
Nonostante siano passati decenni ormai, ancora oggi Lecce viene definita la “Firenze del Sud”, soprannome che si guadagnò nel XX secolo attribuito dallo storico tedesco Ferdinand Gregorovius.
Il legame che vi sta alla base è quello artistico ed architettonico. Lo studioso nella città salentina riconobbe i tratti e la bellezza della Firenze rinascimentale per via della maestosità, della bellezza e della specificità che vi si trovano.
Palazzi, monumenti, chiese sono scanditi da uno stile unico nel suo genere, il Barocco leccese tanto che la città viene identificata nel mondo come la capitale vera e propria del Barocco.
Pietre e decorazioni elaborate, a volte estrose, con motivi floreali e figure scolpite. È così che si può definire in breve l’essenza del Barocco leccese che scandisce passo dopo passo il centro storico cittadino.
Uno stile artistico che si è sviluppato tra il XVII e il XVIII secolo e che ha conferito un aspetto unico alle costruzioni di Lecce e di parte del Salento. La specificità si ritrova proprio nella pietra leccese, dal colore biancastro, con sfumature giallo-oro, unica nel suo genere che si presta alla lavorazione.
È da qui che sono nate le creazioni del barocco leccese che tutt’oggi caratterizzano la città come un museo a cielo aperto e la distinguono per le sue raffigurazioni speciali, con dettagli e ornamenti complessi.
I leccesi non amano però il paragone con la città toscana e né con quella greca in quanto rivendicano l’unicità della tradizione locale nello stile artistico del Barocco e del lavorare la pietra. Anche la lavorazione, infatti, è specifica, detta “a curtieddu” (ovvero a coltello), così facile da plasmare da poter lavorare con un coltello.
I leccesi ribadiscono che i paragoni e gli appellativi sono stucchevoli e che in modo ingiusto la città viene paragonata ad altre realtà come Firenze e Atene che, per quanto splendide e piene di storia siano, non possono spiegare quello che Lecce è.
Il confronto tra Lecce e Firenze è stato costruito per via delle meraviglie artistiche che entrambe le città custodiscono anche se la prima è la capitale del Barocco e la seconda la culla del Rinascimento.
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