Si parla troppo spesso dei nomi più scelti e più originali, ma nessuno parla di quelli che in Italia sono stati banditi, vietati per legge.
Quante volte ci siamo imbattuti in articoli e libri che trattano la storia dei nomi e le liste dei nomi più gettonati e considerati più belli e moderni? Ebbene, mentre tantissime famiglie assegnano ai loro nuovi arrivati appellativi quali Sofia, Aurora, Ginevra, Leonardo e Gioele, nessuno considera il fatto che in Italia è prevista anche una black list dei nomi.
Si tratta di un insieme di nomi con i quali non è consentito chiamare un bambino o una bambina. Sono appellativi vietati per legge, per motivi storici o altri assurdi aneddoti che nel corso del tempo li hanno portati ad essere banditi, impedendo alle famiglie di poterli registrare per il proprio figlio all’anagrafe.
Nomi vietati in Italia: la lista
Per i futuri genitori, potrebbe essere utile conoscere questa lista, così da non rischiare di impegnarsi ed investire del tempo nella scelta del nome giusto, per poi finire a scoprire di non poterlo assegnare. E’ bene anche comprendere cosa si rischia qualora venisse attribuito un nome vietato.
Tutte le famiglie che attendono il nuovo arrivo concorderanno sul fatto che la scelta del nome sia un passo tanto importante quanto difficile. E’ un’emozione senza precedenti che porta con sé una grande responsabilità: quel nome sarà portato dal bambino per tutta la vita e lo accompagnerà nella crescita, nella maturazione, nell’età adulta fino alla vecchiaia. Sarà a tutti gli effetti parte integrante della sua identità personale.
La scelta del nome è chiaramente condizionata dai gusti dei genitori. Ciascuna coppia ha le sue idee: c’è chi sceglie di assegnare un appellativo che ricordi una persona cara e chi sceglie di omaggiare un personaggio in particolare. Addirittura, c’è chi gioca con le parole e chi si lascia guidare dalla musicalità del nome.
Quali nomi non possono essere assegnati in Italia
Qualunque siano i fattori che direzionano la scelta del nome per il figlio, è bene sapere che la lista delle possibilità non è illimitata. Come negli altri Paesi, anche l’Italia presenta il suo gruzzoletto di nomi non assegnabili e questa regola viene imposta anche contro le volontà di entrambi i genitori. Capiamo quali sono gli appellativi proibiti e cosa accade se la legge non viene rispettata.
Prima di tutto, la legge in Italia impone che il nome rispetti il genere del bambino. Pertanto è vietato assegnare un nome femminile ad un maschio e viceversa. Costituiscono un’eccezione solo quei nomi da considerarsi unisex, come Andrea, Celeste, Diamante, Fiore e Felice. La regola non si applica ai secondi nomi.
Ancora, non può esserci omonimia con genitori, fratelli e sorelle ancora in vita, a meno che non si abbiano cognomi diversi: ad esempio, un figlio può prendere il nome del padre solo se il cognome è quello della madre. Non è ammesso l’appellativo “junior” utilizzato negli Stati Uniti. Al contrario, è consentito assegnare i nomi dei nonni, tradizione molto sentita in Italia.
Nomi in Italia: le regole per l’assegnazione
Sono consentiti i nomi stranieri, tuttavia devono contenere lettere dell’alfabeto italiano (che oggi comprende anche J, K, X, Y e W). Non possono dunque essere assegnati nomi in alfabeti orientali, cirillici ecc. e sono vietati caratteri speciali (es. @, #, &).
E’ altresì vietato utilizzare come nome un cognome esistente, anche se non combacia con quello del nascituro. Chiaramente, deve trattarsi di cognomi riconosciuti come tali e molto diffusi, come “Rossi”. Per lo stesso motivo, andrebbe evitata la sovrapposizione tra nome e cognome, i due non possono essere uguali o simili.
In Italia è consentito che venga assegnato ad un bambino un massimo di 3 nomi e i nomi composti ma graficamente uniti valgono come un singolo nome (es. Gianmaria). Invece, in quanto all’assegnazione di nomi in onore di personaggi storici o di finzione, è bene prestare molta attenzione: si pensi alle conseguenze del chiamare un bambino Adolf Hitler o Osama Bin Laden, così come Madame Bovary o Gesù Cristo. Si tratta di nomi dallo spessore troppo pesante ed incombente.
Conseguenze dell’associazione di un nome vietato
Ancora, non possono essere associati nomi e cognomi che, nell’insieme, possono essere causa di scherno e derisioni: si pensi a “Pizza Margherita” o “Santa Pazienza”.
Infine, va sottolineato che è necessario tutelare la dignità dei neonati evitando nomi ridicoli, offensivi, che richiamino malattie o condizioni patologiche, soprannomi o riferimenti a disgrazie o sfortune (è il caso del divieto di nomi quali “mercoledì” o “venerdì” che vengono popolarmente associati alla sfortuna).
Oltre ai casi analizzati, menzioniamo una lista di appellativi che in nessun caso possono essere associati ad un nascituro: Benito Mussolini, Stalin, Dracula o Conte Dracula, Madame Butterfly, Moby Dick, Grande Gatsby, Hannibal Lecter, Ajeje Brazorf, Satana, Ken, Pollon, Doraemon, Pokémon, Goku, Ikea, Lucifero, Dio.
Non è prevista sanzione per i genitori che chiamano un loro figlio con un nome vietato, tuttavia si innesca un meccanismo riparatorio: l’ufficiale di stato civile compie una valutazione e sceglie se notificare la questione al procuratore della Repubblica. Quest’ultimo valuterà il nome e chiederà una sentenza di rettifica per cambiarlo qualora non lo giudicasse idoneo.